De Libertate

arti marziali e sport da combattimento

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Liam_Jargo
view post Posted on 30/9/2007, 12:29




LE ORIGINI DEL TAEKWONDO
Le origini del Taekwondo si fanno risalire a circa 2000 anni fa, quando l'attuale Corea era divisa in tre regni. Il più piccolo di essi, Silla, sviluppò e perfezionò un sistema di difesa e attacco che contribuì molto alle vicende storico militari del regno. Anche negli altri regni si diffusero man mano diversi sistemi di combattimento di cui restano ampie tracce in affreschi e pitture murali rinvenute nelle tombe risalenti ai primi secoli dopo Cristo.
Dopo l'unificazione in un solo regno, l'arte del combattimento, che nelle diverse epoche assunse diversi nomi (SUBAK, TAEKKYON, HWARANGDO ecc.), si evolse e diffuse tra la popolazione, diventando molto popolare tra gli usi e costumi locali e nell'addestramento militare.

Sotto l'occupazione giapponese questa arte subì un momentaneo appannamento per il predominio e l'imposizione della cultura del Giappone, ma dopo la liberazione le diverse scuole di combattimento ripresero vigore e negli anni cinquanta si unificarono prendendo il nome definitivo di Taekwondo. Il taekwondo divenne Sport Nazionale (fu inserito nei Giochi Nazionali Coreani fin dall'inizio dei '60) e contemporaneamente iniziò a diffondersi nel mondo, distinguendosi dalle altre discipline per la particolare efficacia, dinamismo e spettacolarità delle sue tecniche di gamba (calci circolari ed in volo, calci multipli).

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CHE COS'È

Taekwondo (pron.: Tecondò) - dal coreano Tae "colpire col piede, kwon "pugno" e do "arte". Metodo di combattimento di antica origine coreana. Praticato sin dal 1° sec. a.C. come arte marziale, il Taekwondo si è affermato come disciplina sportiva di combattimento nella seconda metò del sec. XX, distinguendosi dagli altri sport marziali per la particolare efficacia, dinamismo e spettacolarità delle sue tecniche di gamba (calci circolari ed in volo, calci multipli).

Diffuso in tutti i continenti (160 le nazioni affiliate alla World T. Federation, 46 in Europa, 50 milioni i praticanti), il Taekwondo è stato ammesso inizialmente come sport dimostrativo ai Giochi Olimpici di Seoul '88 e Barcellona '92, per poi essere inserito come sport olimpico ufficiale dalle Olimpiadi di Sidney 2.000. Gli atleti, divisi per sesso, età e categorie di peso (otto), indossano la tradizionale divisa bianca (dobok) con cintura, sono muniti di protezioni (casco e corpetto) e si affrontano su un quadrato di 12m x 12m.

I colpi validi per il punteggio possono essere diretti solo sul tronco o al volto dell'avversario usando il piede; usando il pugno il solo bersaglio valido è il tronco. Il combattimento, della durata di tre riprese di tre minuti ciascuna con 60" di intervallo, è diretto da un arbitro centrale coadiuvato da tre giudici d'angolo. Dai punti validi si sottraggono le eventuali penalizzazioni per tecniche proibite????À? (spingere, colpire il viso col pugno, colpire col ginocchio, atterrare l'avversario ecc.). L'incontro di Taekwondo, oltre che con la vittoria ai punti, può concludersi per abbandono, squalifica, K.O., intervento arbitrale.



fonte
 
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ViolaInside
view post Posted on 1/10/2007, 14:29




bellissimo
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 2/10/2007, 14:04




NINJUSTU

Ninjutsu, o Shinobi, è l'arte delle spie. Nata presso bande di ladri, e rielaborata dall'esercito, ache studiando antichi testi cinesi, quest'arte è diventata una delle più temute e meno conosciute della storia del Giappone. Infatti la segretezza ha sempre rappresentato il primo punto di forza dei Ninja. Leggenda e storia si mescolano. Le principali funzioni dei Ninja erano la raccolta di informazioni e lo spionaggio in generale. Grazie ad una grande capacità di penetrare non visti le fortezze nemiche. Erano anche all'occorrenza micidiali killer, infine validissimi combattenti in campo aperto e imboscate. Furono usati per secoli dai potenti per spiare o colpire i nemici. Fino a trasformarsi in una vera e propria polizia segreta e svalutarsi moralmente e tecnicamente. Riappaiono nella guerra russo-giapponese, in tutta la loro abilità come sabotatori di navi Russe. Esistono oggi scuole amatoriali di Ninjutsu e forse famiglie storiche che praticano però in segretezza, come quest'arte richiede ai suoi adepti.
Ninjitsu Significa "arte dell'invisibilità"

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Il Ninjutsu non era un lavoro, piuttosto un percorso di vita. Il Ninja imparava tantissime arti utili al mimetismo, allo studio e memorizzazione di scritti o volti, alla decifrazione della natura e delle tracce. Gli esplosivi e i veleni erano ben conosciuti e adoperati. Le arti di combattimento. Le arti psicologiche, come l'inganno, il carpire la fiducia, distrarre l'attenzione.
Intelligenza e determinazione, affiancata alla totale fedeltà versio il proprio clan, le doti più efficaci.
Tantissime sono le strategie sfruttate dai Ninja. Impossibili da elencare. Tutte indirizzate all'infiltrazione, alla raccolta di informazioni o sabotaggio, al fare perdere le proprie tracce. Restano famosi i chiodi a più punte che i Ninja lasciavano sulla strada per fermare i propri inseguitori. Bastoni telescopici e archi montabili potevano completare il loro armamentario. Da cui non poteva mai mancare una corda con arpione e i micidiali coltelli da lancio (Kunai), o stelle (Shuriken)
Nelle attuali palestre di Ninjitsu si da di solito grande importanza all'uso di armi, anche da lancio, e all'agilità fisica e percettiva. Ad esempio si esegue combattimento al buio. E' un modo decisamente diverso per allenare tutte le proprie abilità.

 
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valeruz
view post Posted on 2/10/2007, 20:53




Ma sabato passato hai fatto una gara? se si ,come è andata?
 
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ViolaInside
view post Posted on 2/10/2007, 21:06




adesso imparero il ninjutsu ed mi vestiro da pain
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 3/10/2007, 13:17




ho fatto una manifestazione e ho fatto un figurone tutti gridavano il mio nome
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 3/10/2007, 14:32




seguito dalle parole "..a morte!!"
 
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kiarina92
view post Posted on 3/10/2007, 20:12




c' ero ankio a gridarlo
ihihih...
 
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ViolaInside
view post Posted on 4/10/2007, 14:10




,ma io sn pain
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 4/10/2007, 14:13




Kajukenbo

STORIA

Adriano D. Emperado è il fondatore del sistema. Nato ad Honolulu il 15 giugno 1926, Sijo (il titolo assegnato al fondatore) Emperado era già maestro di Escrima Filipino, l'arte del combattimento con bastoni e coltelli. Egli ricevette il quindo grado di cintura nero di Kenpo da William Kwai Sun Chow e dal Professor James Masayoshi Mitose il 10 agosto 1950. William Chow è stato la cintura nera più nota e produttiva di Mitose. Emperado e suo fratello Joe divennero le prime cinture nere del Professor Chow.
L'arte della famiglia di Mitose era Koshu ryu, originariamente sviluppato dai monaci giapponesi Koshogi, che combinarono Jujitsu e alte tradizioni culturali giapponesi con il sistema Shoalin Chuan Fa Kung Fu portato in Giappone dalla Cina. Kosho era il nome della famiglia del clan di Mitose. Molto di quello che ora si chiamo Kempo (o Kenpo) e Kajukenbo viene dal Kosho-ryu di James Mitose.
Dopo aver ricevuto il grado di Istruttore Avanzato da Mitose nel 1951, Emperado ricevette il certificato di Istruttore di Kempo nel 1952 dal Professor Mitose. Per molti anni, durante questo periodo intenso di allenamento , Emperado ha lavorato con numerosi altri maestri sperimentando la debolezza e la forza delle varie arti marziali.
Durante il periodo di due anni tra 1947 e 1949, Adriano Emperado fece amicizia e cominciò a lavorare con altri quattro maestri di diverse arti marziali. A quel tempo nelle Hawaii, la comunità orientale non gradiva l'idea di insegnare le proprie idee culturali e le arti alle altre razze, specialmente Caucasici. Emperado non era d'accordo con questa filosofia chiusa e pensò che le arti marziali avessero tanto da offrire a tutta la gente del mondo. Egli cominciò ad incontrarsi in segreto con questi altri maestri e insieme cominciarono a sperimentare le forze e le debolezze delle loro arti marziali, con lo scopo di inventare un sistema di difesa personale altamente efficace.
Essi stessi si denominarono con il leggendario nome di Società delle Cinture Nere. Gli altri maestri facenti parte del gruppo e le loro rispettive arti erano:

Maestro Peter Y.Y. Choo - Tang So Do Karatè Koreano;

Maestro Joseph Holek - Kodokan Judo Giapponese;

Maestro Frank Ordonez - Jujitsu Giapponese;

Maestro Clarence Chang - Shaolin Kung Fu (Boxe Cinese)
Questo combattimento collaborativo per esplorare forze e debolezze divenne il punto d'origine del sistema di difesa personale che sarebbe stato conosciuto più tardi come Kajukembo.
Questo perido di esplorazione fu unico in quanto era un forum di vari esperti, di vari stile ed esperienza che lavoravano in tandem con tutti gli altri. L'ego personale fu messo da parte e prevalse uno spirito di collaborazione. Per esempio, se Frank Ordonez parlava di una potenziale debolezza intrinseca nel Jujitsu nel manipolare un fortissimo combattente come Peter Choo, Clarence Chang poteva suggerire come le strategie ad ampio raggio del Kung Fu permettevano di gestire la situazione. Adriano Emperado poteva anche aiutare spiegando come il Kempo permettesse di gestire la situazione utilizzando le tecniche di fuoco-rapido con le mani e l'agilità nel corto raggio. Nel 1949, i maestri tentavano di dare un nome al nuovo sistema di difesa personale.
Dopo molte discussioni, finalmente si accordarono su un nome. La Cintura Nera di Jujitsu Joseph Holek suggerì di combinare semplicemente le prime due o tre lettere di ciascuno stile delle rispettive arti e costruire il loro proprio nome. Egli suggerì KAJUKENBO. La KA avrebbe rappresentato il Tang Soo Do Karate Koreano; JU avrebbe rappresentato il Kodokan Judo Giapponese e lo Jujitsu; la Ken avrebbe rappresentato il Kenpo Cinese e Hawaiiano; e in fine il BO avrebbe rappresentato la Boxe Cinese (Shaolin Chuan Fa Kung Fu). Tutti gli interessati furono d’accordo e cosi l’arte del Kajukembo, la prima vera arte marziale americana, nacque nel territorio degli Stati Uniti chiamato Hawaii. La prima scuola di Kajukenbo fu aperta al pubblico nel 1950 all’insediamento Palama. La seconda al YMCA di Kaimuki. Presto, Emperado ebbe la seconda più grande catena di scuole nelle Hawaii.
La stessa mentalità aperta che originariamente creò il Kajukenbo permise all’arte di diffondersi ed espandersi a tutti quelli che mostravano interesse ed avevano la forza di sopportare il veramente duro e brutale metodo di allenamento. John Leoning, Cintura Nera sotto Emperado, portò questo sistema nel continente nel 1958. Alcune delle più note Cinture Nere di Emperado furono Tony Ramos, Aleju Reyes,ora decesso, e Al Dacascos. Allen Carter più tardi divenne il primo Caucasico a portare la sua arte nel continente. Oggi il Kajukenbo è diffuso in tutto il mondo, e la maggioranza dei praticanti divengono membri dell’International Kajukenbo Association (Associazione Internazionale Kajukenbo), che ha sede ad Oakland, California.

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Per cercare di capire che cos’è il Kajukenbo bisogna descrivere in cosa i praticanti di Kajukenbo credono e a cosa tengono maggiormente. Lo stemma del Kajukembo è un buon punto dal quale partire. Esso rappresenta infatti molte delle filosofie che i praticanti di Kajukembo seguono. Secondo l’Associazione Internazionale Kajukembo e l’editore di IKF Presents del numero di Agosto 1994, lo stemma del Kajukembo fu inizialmente disegnato dal praticante Al Dacascos, rinomato internazionalmente, in accordo con il filosofo cinese e professore di scienze Dr. Sun. Successivamente lo stemma fu condiviso e accettato da Sijo Emperado nel maggio 1965.Esso viene interpretato come segue:
Il Trifoglio Bianco rappresenta la conoscenza, la limpidezza di corpo, mente, spirito e Sijo Emperado. Esso raffigura anche le cinque arti originali e alla sua base, il Kenpo (tutti concordarono fosse la radice del Kajukenbo) e le foglie rappresentano Tang So Do Karate Koreano, Kodokan Judo Giapponese e Jujitsu, e la Boxe Cinese o Kung Fu.
Lo Yin/Yang rappresenta il duro e il morbido all'interno del Kajukembo e gli opposti che coesistono armoniosamente nell’universo.
I Giunchi Verdi rappresentano una scuola ed una organizzazione giovane, ma anche gli studenti che crescono e lottano per la conoscenza. Il ramo destro rappresenta anche la tigre, mentre quello a sinistra il drago. I due si incrociano a simboleggiare il lavoro armonioso. Le foglie dei giunchi raffigurano il vasto numero di sistemi che formano le arti marziali.
L’Ottagono d’Oro simboleggia gli originali otto Kata del Kajukenbo e le otto direzioni dell’attacco e della difesa.
Il Cerchio Rosso (attorno allo Yin/Yang) rappresenta il chi (l’energia interna) e lo scorrere continuo tra il duro e il morbido e il morbido e il duro.
I Punti (dentro lo Yin/Yang) simboleggiano il duro che esiste anche in certa morbidezza e il morbido che esiste in certa durezza. Nel buio c’è un po’ di luce e nella luce c’è un po’ di buio.

I Cinque Colori rappresentano i cinque fondatori originali e le cinque arti marziali che vennero a formare il Kajukenbo. Essi simboleggiano anche i cinque sistemi di base che costituiscono le arti Cinesi: Hung, Li, Mo, Choy e Fut.
Tra i caratteri Cinesi, gli ideogrammi di sinistra significano “Stile di Pugno” - “Fist Way” (in inglese), “Kenpo” (in Giapponese), e “Chuan Fa” (in Cinese);gli ideogrammi a destra significano “Stile” o “Abilità” - “Skill” (la traduzione dal cinese di Kung Fu). Il simbolo può anche avere il significato di “Lunga Vita”, “Felicità”, “Pugno” e “Stile”. Una traduzione filosofica potrebbe essere “Attraverso questo stile di pugno, uno può raggiungere lunga vita e mantenere la felicità”.
Il Rosso, il Nero e il Bianco sono i colori caratteristici del Kajukenbo.
Il colore Verde e il colore Oro sono invece i colori originali della scuola. Il verde rappresenta la giovinezza e la forza, mentre l’oro simboleggia la ricchezza e la saggezza che si ottengono attraverso un duro lavoro, una forte dedizione e un certo periodo di tempo.

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Come è facile vedere, c’è una grande dose di filosofia e saggezza all'interno del Kajukenbo. Non è un’arte di combattimento da strada che è solo brutale, non pensante e distruttiva. I praticanti possono ricorrere a tali azioni se minacciati oltre ragione. E un’arte di combattimento da strada che abilita i suoi praticanti ad utilizzare la forza di cinque diverse arti marziali, usando quella più appriopata per ogni esigenza e cercando di non far male a nessuno. La combinazione di dure e lineari tecniche quali i blocchi interni e i calci laterali del Tang Soo Do, morbidi, a mani aperte e circolari come i blocchi del becco della gru del Kenpo e della Boxe Cinese, e infine proiezioni e chiavi articolari dal Judo e Jujitsu, danno la possibilità ai praticanti di scegliere tra una serie di, virtualmente infinite, possibili combinazioni. Per queste ragioni, il Kajukenbo è, secondo molti, una delle più adatte arti marziali da studiare, indipendentemente dalla taglia, sesso, velocità o agilità dell'individuo che lo pratica . Una persona grossa e lenta può concentrarsi sulle tecniche di Judo e Jujitsu per massimizzare i benefici della mole e della forza del proprio corpo. Una persona piccola e veloce, potrà dedicarsi di più ai calci del Tang Soo Do oppure al “fuoco-rapido” con le mani,o alle tecniche ravvicinate del Kenpo e della Boxe Cinese, al fine di massimizzare i benefici della propria velocità ed agilità minimizzando la necessità di affidarsi alle proiezioni e alle chiavi articolari del Judo e dello Jujitsu che richiedono una maggior forza.
In conclusione, è facile comprendere attraverso l'esame dei lineamenti e dello stemma del Kajukenbo, che esso ha una grande quantità di storia, filosofia e saggezza distillatai al suo interno. Combinando cinque arti marziali, il praticante di Kajukenbo può utilizzare una quasi infinita varietà di tecniche. Così ogni singolo individuo può incrementare enormemente le proprie possibilità di sopravvivenza ad un attacco mortale concentrandosi sulle tecniche che gli consentono maggiormente di sfruttare la propria forza personale. Per queste ed altre ragioni il Kajukenbo continuerà a fiorire ed espandersi a livello internazionale e mondiale.

LE TECNICHE DEL KAJUKENBO

Le tecniche di difesa vengono suddivise in gruppi a seconda del tipo di attacco dal quale ci si deve difendere. L'apprendimento dei vari gruppi segna il passaggio al grado superiore (la cintura). Non è possibile apprendere il gruppo di tecniche successivo senza aver superato l'esame per la cintura corrispondente.
primo gruppo di 10 tecniche prevede la difesa da un attacco di pugno. Le singole tecniche vengono eseguite in modalità destra e specularmente in modalità sinistra.
Quando gli allievi, cinture bianche, hanno acquisito la capacità di eseguire con padronanza e coordinazione il primo gruppo di tecniche di difesa insieme a tutte le tecniche di base: calci, pugni e parate, sono pronti per sostenere l'esame per il primo grado del Kajukenbo: la “cintura viola.Il secondo gruppo di 15 tecniche “grab arts” viene insegnato in due momenti: le prime 7 per l'esame della cintura blu.le rimanenti 8 per la cintura verde. Queste tecniche permettono a chi le mette in atto di difendersi da un attacco con presa a due mani del bavero della giacca. Queste sono le tecniche più belle di tutto lo stile e accompagnano gli allievi nella loro maturazione atletica. Coloro che si diplomano “cinture verdi” quasi certamente arriveranno un giorno a conquistare la “cintura nera”. Il terzo gruppo di 15 tecniche, denominato “trix”, prevede la difesa da un attacco di pugno. Le tecniche vengono eseguite esclusivamente in modalità destra. In queste tecniche la commistione tra i vari stili è totale. Queste sono le tecniche che aprono la strada per la “cintura marrone”. Chi la conquista diventa una “cintura alta” e insieme alle “cinture nere” diventa un punto di riferimento per gli altri allievi della palestra. A questo punto le armi diventano il fulcro di tutte le attività di apprendimento. Un primo gruppo di 15 tecniche, con attacchi da avversario armato di coltello, ed un secondo, con avversario armato di bastone, permettono di apprendere le difficilissime tecniche che determinano la sopravvivenza in situazioni estreme. Ora la preparazione dell'allievo è quasi completa. Per meritare la “cintura nera” tutte le tecniche che compongono il Kajukenbo vanno eseguite con maestria e disinvoltura terminando le stesse con finali adattati alle varie esigenze e situazioni. L'esaminando deve altresì dimostrare ottime capacità nel combattimento libero e nella prova del “cerchio” ove si trova a fronteggiare la minaccia simultanea di un gruppo di avversari, ricostruendo in palestra quella che è la tipica rissa da strada.

fonte

allora l'articolo è lunghissimo, l'ho copiato e incollato xkè mi sono accorto ke molte cose di cui a me nn me ne frega un cazzo, come la filosofia e la storia per la maggior parte della gente è il massimo, se nn ne avete voglia di leggerlo leggete le tecniche ke è abb interess, per le foto ho avuto seri problemi nelle parole chiavi ho trovato quelle due e un milliardo di foto di arti marziali ke nn c'entrano un cazzo con questa, cmq fottetevi brutti stronzi

Edited by Liam_Jargo - 6/10/2007, 20:44
 
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valeruz
view post Posted on 4/10/2007, 19:59




Tutta invidia, io ci credo Timoty, un N.E non mente mai.
 
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kiarina92
view post Posted on 4/10/2007, 20:00




ahahahah
 
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Bad Intentioned
view post Posted on 5/10/2007, 11:18




CITAZIONE (valeruz @ 4/10/2007, 20:59)
Tutta invidia, io ci credo Timoty, un N.E non mente mai.

l'importante è esserne convinti... :zizi:
 
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valeruz
view post Posted on 5/10/2007, 21:10




Un poco di incoraggiamento non fà mai male.
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 6/10/2007, 14:46




Krabi Krabong

Krabi Krabong è un'antica arte di combattimento dei guerrieri Thailandesi, che dovettero difendersi da numerose invasioni da parte dei confinanti Cina, Birmania e Giappone. Quindi la sua efficacia si è codificata sui campi di battaglia. E' l'antenata della Boxe Thailandese, o meglio, la boxe thailandese è la verione più agonistica di questa arte. Le armi lunghe e corte ne rappresentano la base, così come un feroce combattimento corpo a corpo privo di colpi vietati. Una versione più blanda è insegnata nelle scuole Thailandesi, come legittima difesa. La versione più reale è insegnata alle forze speciali.

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LA TECNICA

Ogni colpo e ogni bersaglio è lecito nel Krabi Krabong. Mordere, colpire all'inguine, agli occhi, è consentito e incentivato. Le armi sono la base di questa arte. Le principali sono gli immancabili coltelli, i bastoni, le sciabole, il bastone lungo o alabarda.
La durezza di questa arte, ne fa un sistema di combattimento reale, efficace ed estremo. Per questo è sorta la boxe Thailandese, versione con regole di questo combattimento.
I colpi sono corti, veloci, essenziali, senza fronzoli o concessioni all'estetica.

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LE ARMI DEL KRABI KRABONG
L'armamento dei Thai fin dall'antichità consisteva in armi per tagliare o infilzare che erano in dotazione a tutti i soldati e cioè: Sciabola, Spada, Coltello a due punte, Lancia, Picca, Alabarda, Armi da lancio in generale, Bastoni lunghi e corti, Coltello Khukry, Pugnale Kriss; come armi di difesa avevano lo scudo curvato come un coppo o a corteccia d'albero, lo scudo piatto e lo scudo rotondo.
I Thai chiamano queste armi KHRU'ANG MAI e le dividono in due gruppi:
1) KHRU'ANG MAI RAM (K.M.R.)
2) KHRU'ANG MAI TI (K.M.T.)
1) KHRU'ANG MAI RAM (K.M.R.)
Le K.M.R. sono il Krabi Krabong che hanno dedotto (riprodotto) da armi vere e proprie,ma non esattamente perchè, curandone la bellezza le hanno modificate in forme diverse e, nello stesso tempo le hanno indebolite, per cui quando si usano bisogna stare attenti a non dare dei colpi troppo forti, altrimenti si corre il rischio di romperle; sono per lo più armi cerimoniali.
2) KHRU'ANG MAI TI (K.M.T.)
Anche le K.M.T. sono derivate da armi vere e proprie, ma ne hanno solamente la somiglianza, nella sostanza infatti sono più leggere, più dure e forti per cui non si rompono facilmente e durano più a lungo.
Se infatti non si impiega del materiale adeguato, come si è detto, oltre che a deteriorarsi, spesso possono essere di pericolo a chi le usa nella lotta.

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IL DUELLO ARMATO
Innanzi tutto deve sempre essere presente l'orchestrina, formata dal solito flauto di Giava, da un tamburo a tono alto, da uno a tono basso e da due cembali.
La sincronia dei movimenti dei due spadaccini, la gravità e la solennità della danza sacra e delle mosse, il vestire, l'arma, il coro e la musica che accompagna l'esibizione, rendono questa disciplina altamente interessante ed affascinante. Chi vi assiste ha momenti di sospensione nel seguire i movimenti delle armi e brividi all'infuriare della battaglia quando questa si fa serrata ed accanita e pare che l'uno o l'altro degli spadaccini debba soccombere all'avversario da un momento all'altro.
Questo spettacolo non manca mai nelle feste popolari e in quelle di famiglia.
L'area sulla quale si svolge l'incontro è designata da uno spesso tappeto rettangolare.
Le armi usate in questa lotta non sono definite da alcun codice, ma per lo più consistono in una spada d'acciaio ad un solo taglio e fortemente curva verso l'estremità, molto affilata ed appuntita; il suo peso dipende dall'intesa degli spadaccini, i quali possono anche accordarsi di combattere con due spade ciascuno o due contro una sola, se uno si ritiene molto bravo. In luogo della spada, possono servirsi di un'alabarda, di un bastone, di una picca, di un'alabarda o di grossi coltellacci o pugnali.
E' da notare ancora che i duellanti non portano maschere né altre corazze per proteggere il proprio corpo dai violentissimi attacchi dell'avversario; basta pertanto una lieve svista o un movimento scorretto, da parte di uno dei due contendenti, per produrre gravi ferite. Per questo motivo l'incontro si dovrebbe svolgere sempre sotto la scrupolosa assistenza di un Maestro esperto e di un medico, in realtà questo rimane un sogno. Nei campionati mondiali del 1994, rimasi ferito ad un piede, il Maestro Virat mi "curò", versandoci sopra grappa e dal momento che gridai dal dolore, venni ripreso da mia moglie (all'epoca semplice amica), poichè un vero guerriero non si deve mai lamentare. Così, per far vedere che ero un uomo " duro", chiusi la bocca e trattenei il respiro, un mio allievo, venuto ad assistere alla competizione dall'Italia, mi disse in seguito che ero diventato verde in faccia. Il sangue usciva copioso e, dopo la grappa, ricevetti un fazzoletto sudicio a stagnare il tutto, che si può pretendere di più?
La sicurezza nell'attacco, nel fendere e nello sfalsare, è considerata, in questa Arte Marziale, estremamente importante, ed essa dimostra non solo l'agilità e la bravura dei contendenti, ma anche la loro strategia, la tattica e la resistenza.
La partita d'armi è sempre preceduta, come nel pugilato Thai, da delle danze sacre Ram Awut di rito, delle quali ricorderò qui, per ordine, solo i passaggi più importanti. I due contendenti si inginocchiano alle due estremità del tappeto, congiungono le palme delle mani in segno di vicendevole rispettoso saluto, poi alzano le mani giunte sopra il capo e, rovesciandosi un po' all'indietro volgono lo sguardo all'insù, quindi sempre con le mani giunte, si fanno tre vicendevoli profondi inchini: sono dedicati al Buddha, al Dharma e al Sanga (l'ordine di tutti i monaci, maestri e guerrieri che ci hanno preceduto). Dopo questa forma di omaggio agli Dei, si inizia con l'esecuzione del Phrom Si Nah, la Danza in onore di Bhrama, nella quale la medesima sequenza di movimenti viene ripetuta identica sui quattro lati. Se qualcuno ci fa caso, Bhrama è sempre rappresentato come una statua con quattro facce, a simboleggiare il dominio su tutto l'universo, i quattro elementi esoterici: l'acqua, l'aria, il fuoco e la terra e i quattro punti cardinali: Nord, Sud, Est e Ovest. Indipendentemente dalla scuola di provenienza, chiunque si prepari ad un incontro di Krabi Krabong, inizierà nello stesso modo; le danze potranno differire, ma la ripetizione sui quattro lati verrà comunque rispettata. Come già detto, seguiranno poi altre danze con le rappresentazioni dei personaggi del Ramakien (Ramayana).
Improvvisamente i due lottatori impugnano l'arma che è sul tappeto, al loro fianco, e la fanno girare a mulinello con il braccio sinistro, tenendo alzato il piede destro.
Ognuno dei due spadaccini guarda in faccia il proprio avversario con aria di sfida, poi, sempre bilanciandosi su di un solo piede, pronuncia parole di scongiuro e di incantesimo sulla propria spada e contro l'avversario per intimorirlo: la sfida rituale viene chiamata Dang Phleeng.
Questa che eseguono è una breve danza libera nella quale cercano di provocare l'avversario, scotendo la spada dietro la loro persona, come fosse la coda di una tigre; ora sono pronti ad affrontare l'avversario.
Tutti questi movimenti preliminari sono eseguiti ritmicamente con l'accompagnamento dell'orchestra.
E incomincia la lotta.
L'alfabeto della lotta con le armi è composto da una serie di gruppi di colpi successivi che si possono ripetere, essi vengono chiamati Khrom e, pur lasciando ai contendenti la libertà di iniziare la lotta con il gruppo che preferiscono, possono essere combinati in successioni così diverse, da essere del tutto imprevedibili. Il "calcolo combinatorio" ci dice che, con pochi numeri noi possiamo ottenere un numero sorprendentemente alto di associazioni. Per esempio i soli primi cinque numeri: 1-2-3-4-5 possono essere combinati fino a 120 composizioni diverse. Il numero di permutazioni ottenibili con N numeri progressivi è dato dal prodotto di tutti i numeri interi compresi tra 1 e N. Per esempio, le cinque lettere A B C D E possono essere ordinate in 120 modi, ciascuno dei quali è una diversa permutazione, ad esempio: A C B E D, B A D C E, D B A C E, e via dicendo. L'alfabeto del Krabi Krabong è costituito da una decina di Khrom dei quali, in generale solamente sette sono i più utilizzati. Con soli sette Khrom noi otteniamo ben 5.040 combinazioni diverse; se li consideriamo tutti e dieci arriviamo al numero di 3.700.800. Capite bene come due combattenti, conoscendo entrambi solamente una decina di schemi tecnici uguali, possano fare un combattimento assolutamente libero con ben 3.700.800 di combinazioni diverse. Nessuno dei due può sapere cosa farà l'altro o come reagirà dato un tipo di attacco o una particolare strategia adottata, tuttavia sa perfettamente che gli angoli d'attacco, le uscite, le rotazioni, le parate, le schivate, i contrattacchi e quant'altro dovranno rispettare tutti quanti le medesime geometrie basate sul triangolo equilatero, gli angoli di 45°, le rotazioni a 90° o 180° ecc…Paradossalmente chi è abituato agli spettacoli di combattimento prestabilito che si fanno nel Wu Shu, ritiene erroneamente che anche nel Krabi Krabong essi siano preparati in precedenza, invece non è affatto vero, e lo prova il fatto che nelle competizioni si misurano atleti di scuole diverse che non si conoscono tra di loro. Eppure quando si guardano gli incontri, l'impressione che se ne ricava è che siano preordinati; sembra quasi impossibile che due persone che non si conoscono possano combattere come tigri infuriate, portandosi colpi a velocità pazzesche e riuscendo, nella maggioranza delle volte, a parare e a rintuzzare i colpi dell'avversario in quel modo. Se voi però pensate che entrambi sono a conoscenza di un medesimo alfabeto geometrico della scherma, tutto può sembrare più facile da comprendere. Un detto antico Thai dice che: "Solamente un esperto di Krabi Krabong può sconfiggere un altro esperto di Krabi Krabong" e aggiunge: "Lascia ad un Maestro la testa ed una mano ed egli può ancora vincere!" questo spiega la furiosa determinazione che permette spesso ad un contendente posto in estrema difficoltà, in una situazione apparentemente disperata, di vincere e prevalere sull'altro. Da notare che ognuno dei sette gruppi di colpi che qui elenco, ha, nel linguaggio marziale Thai, un termine tecnico.
Ecco i sette gruppi dell'alfabeto della scherma che vi elenco:
1) Fendente diagonale sulla spalla destra e sinistra.
2) Colpo orizzontale sul fianco.
3) Evasione con doppio passo e contrattacco rapido rompi - tempo.
4) Uscita con schivata sulla destra e sulla sinistra con contrattacco al collo.
5) Evasione con spostamento a 90° su colpo al cuore e contrattacco.
6) Uscita a 45° a sinistra su colpo al cuore e ritorno con fendente diagonale.
7) Uscita a 45° a destra , con parata di spada, rotazione a 180° del corpo e calcio all'indietro.
Come si vede è un crescendo di colpi, e non sono tutti, che mettono a dura prova l'oculatezza e la destrezza dei competitori, i quali devono saper attaccare, e nello stesso tempo, essere vicendevolmente pronti a prevedere, parare o sfalsare i colpi dell'avversario.
Questi colpi combinati ed alternati dalle due parti, si prestano ad un'infinità di tattiche che assicurano la vittoria solo a chi li sa meglio usare e parare, nello stesso tempo.
Con il crescendo del suono e del tempo degli strumenti musicali, con l'accelerarsi dei tamburi, ritmato dai potenti colpi del fendere e del parare, i lottatori si scaldano, attaccano e parano con mosse fulminee, sicure e sincronizzate; la lotta diventa serrata e, nell'incrociarsi della spada che attacca e di quella che para, si vedono sprizzi e scintille, mentre il vibrare dell'acciaio manda sibili quasi paurosi.
Gli spettatori gridano per incoraggiare il proprio favorito, si entusiasmano e si scatenano. I movimenti delle spade e le mosse degli accaniti spadaccini nel battere, nel controbattere e nello schivare, diventano così rapidi che non si riesce più a seguirle. A volte capita che, nel furore della lotta, sfugga l'arma di mano ad uno dei lottatori e l'avversario sia pronto a raccoglierla ed impugnarla contro il suo rivale; allora le urla degli spettatori, unite al suono frenetico degli strumenti, danno l'impressione del finimondo e pare che la volta del cielo stia per cadere...
Resta da notare ancora una volta che, ogni buon lottatore di Krabi Krabong, deve essere anche un esperto di pugilato Muay Thai poiché, durante il combattimento, gli è lecito usare, oltre che all'arma convenuta, anche il piede, le ginocchia, i gomiti ed i pugni, perciò deve saper approfittare dell'occasione propizia, per sferrare potenti calci demolitori e infliggere all'avversario gomitate ben assestate per riuscire ad averne il sopravvento.
Questa partita d'armi generalmente non dura più di dodici minuti, poiché si presume che, in questo lasso di tempo, uno dei due spadaccini debba soccombere.
Allora il vinto presenta il suo petto nudo al vincitore che, in un gesto simbolico, vi produce con la propria spada, una lieve ferita: è la spada che beve il sangue del vinto il quale cade come morto.
Poi si alza e, in mezzo all'arena, scambia con il suo vincitore il rituale saluto a mani giunte.
Quando la musica tradizionale viene suonata sul ring, essa viene riconosciuta anche come simbolo di deferenza e rispetto, nel senso di gratitudine sincera verso quelli che lo hanno aiutato a formarsi come combattente; inoltre procura al guerriero pensieri che lo portano a ricordare il suo stimato maestro che, con pazienza gli ha fornito la conoscenza del Krabi Krabong e con esso naturalmente del Mae Mai Muay Thai, il pugilato - che - uccide. Egli pensa anche ai suoi genitori, che gli hanno dato la vita. La sua gentilezza è parte della sua vera Arte ed è espressa nel Wai Khru, cerimonia del rendere omaggio al suo mentore.
La musica Sarama che accompagna questa cerimonia innalza il combattente, elevando il suo spirito fino al punto in cui egli è pronto ad affrontare il suo avversario in uno scontro anche mortale, che lo impegnerà fino ai limiti estremi delle risorse umane.
Questo è combattere per l'Arte, e per una vittoria che deve essere pura ed incontaminata. Nel momento in cui la musica Sarama si ferma, si alza il sipario sul soggetto Krabi krabong. Come già detto, l'attuale riduzione di praticanti di questa superba disciplina è dovuto al fatto che essa non ha ricevuto alcun supporto, nessuna promozione, che invece è stata data ad altre specialità.
Malgrado tutto ciò, essa si conferma come la più spietata ed efficace tecnica di combattimento armato e disarmato. Il Krabi Krabong è parte integrante dell'eredità culturale di questo paese, rivestendo un ruolo determinante nella restituzione della libertà in Thailandia, iniziata nel 1584 sotto il regno di Re Naresuan il Grande e continuata fino ai giorni nostri.
Il Krabi Krabong è caratterizzato dalle qualità di obbedienza, disciplina, genuina conoscenza, coraggio, pazienza, resistenza, compassione, gratitudine ed onestà. Se una soltanto di queste qualità viene a mancare, l'uso stesso di questo termine diventa un atto contro l'ideale più vero di questa disciplina.
Secoli addietro queste qualità venivano costantemente verificate, soprattutto attraverso il rituale iniziatici chiamato Khuen Khru e più tardi Wai Khru, ossia la cerimonia del rendere omaggio e fedeltà al proprio maestro.
Il Khuen Khru è una cerimonia che oggi si è fusa con il Wai Khru, a carattere esoterico che consisteva nell'offrire la propria sottomissione all'insegnante. Dimostrando così obbedienza, viene sancita anche la determinazione di formare se stesso come guerriero (Nakrop) del Re.




fonte
fonte 2 da cui ho preso l'articolo

ho messo il video, anke se molti computer nn riusciranno a caricare velocemente la pag, xkè merita
 
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60 replies since 10/6/2007, 09:16   7904 views
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