De Libertate

arti marziali e sport da combattimento

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Liam_Jargo
view post Posted on 30/11/2007, 12:53




nn l'ho visto, cmq è probabilissimo anzi, ripeto nn o ke tipi di arti marziali abbia usato so ke ha fatto una sintesi di tantissimi stili.


yip man? ahahahahhahhaha hai ragione mi sbaglio sempre
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 6/12/2007, 11:41




via l'arte marziale di oggi la voglio dedicare al più grande spammone del sito!!!

相撲 SUMO

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Il significato della parola è molto semplice; significa strattonarsi l'uno con l'altro e rappresenta visivamente l'attività del lottatore di Sumo.
E' molto importante conoscere le Regole del Sumo perchè il principio fondamentale del Sumo non è il colpire l'avversario, ma il fargli perdere l'equilibrio.
E' quindi smuovere un avversario molto grosso che potrebbe apparire semplice. Si combatte sul Dohyo, un quadrato con un cerchio sopra fatto principalmente di paglia. Si può vincere un combattimento in due modi:
Forzando il proprio avversario all'uscita dal cerchio anche solo toccando l'esterno.
Facendo toccare per terra l'avversario.
Si considera che un lottatore ha toccato terra quando tocca terra con qualsiasi parte del corpo che non siano le piante dei piedi. E' vietato, durante un combattimento:
Colpire a pugno chiuso, ma colpi di mano, palmo o sberle sono ammesse;
Infierire con le dita negli occhi;
Tirare i capelli;
Colpire petto o stomaco;

Le fasi del combattimento

Posizionamento

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Il tachi-ai

Attacco e scontro

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I lottatori 'scattano' quando le mani toccano terra ed entrano in contatto

Prese

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I lottatori possono prendersi e strattonarsi

Le tecniche di atterramento

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Le tecniche di combattimento sono tantissime e per ogni lottatore esistono le statistiche delle tecniche maggiormente utilizzate

Le mosse

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Se chiedete ad un giapponese per strada quante sono le mosse permesse nel sumo, vi risponderà subito, perchè pare che lo sappiano tutti: le mosse nel sumo sono 48.In verità sono ben di più seppur alcune si differenzino tra loro proprio di poco. Le mosse, o kimarite, si possono raccogliere per categorie.

Le mosse di "spinta" sono tante e si differenziano spesso per pochi dettagli, ad esempio se il lottatore continua a tenere la presa mentre porta fuori il suo avversario o se invece lo "lancia" via con uno spintone.

Le mosse di traino normalmente destabilizzano l'avversario poichè il lottatore al posto di spingere indietreggia, normalmente poi per non finire fuori dal Dohyo, effettua una proiezione sul suo avversario o un cambio repentino di posizione o addirittura un sollevamento con rotazione.
Queste tecniche sono di solito usate come difesa attiva o per salvarsi da una mossa di spinta di un avversario.

Le proiezioni sono caratterizzate dallo sfruttamento della forza dell'avversario e dalla sua velocità per poterlo "lanciare" o farlo cadere. Presenti in molte arti marziali, nel sumo i rikishi (lottatori) non avendo "prese" sulla giacca come nel Judo o nel Karate, usano solo il mawashi (perizoma) o addirittura prese articolari strette sulle braccia per effettuare il lancio.

Le prese con sollevamento sono momenti eccezionali negli incontri di sumo. Uomini di oltre cento chili che ne sollevano altri appoggiandoli di solito sulla pancia e portandoli a piccoli passettini fuori dal dohyo per poterli appoggiare fuori.
Questo genere di mosse sono molto amate dal pubblico perchè, in un certo modo, danno molto lustro al vincitore che dimostra la sua potenza ed allo stesso tempo umiliano un po' il perdente che si sentirà umiliato.
Non è infatti difficile capire che un lottatore di sumo porti il suo vanto nel peso e nella mole, e se viene sollevato... beh.. sarebbe un po' come un ballerino senza conchiglia :)

assolutamente da visitare la fonte è piena di notizie interessanti, nn è facile trovare siti come questo

 
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Rebbu
view post Posted on 10/12/2007, 10:28




le immagini del sumo sono inquietanti...
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 24/12/2007, 15:03




HAIDONG-GUMDO


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Il suo nome significa “il Cammino della Spada del Mare dell’Est”: derivante dal fatto che in passato gli asiatici chiamavano la Corea “Terra del Mare dell’Est”, in quanto è il primo paese asiatico ad essere illuminato dal sorgere del sole.
Un’arte marziale idonea a persone di tutte le età, per l’assenza di contatto corpo a corpo tipico di altre discipline, poiché si basa sull’agilità e la fluidità dei movimenti e non sulla potenza fisica, enfatizzando altri aspetti importanti come la disciplina, la concentrazione, l’allenamento individuale e il combattimento.

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Cenni storici

L' antica Arte della spada coreana, risalente all'epoca della dinastia Koguryo (37 a.C. - 668 d.C.), era praticata da una categoria di grandi ufficiali conosciuti per il loro onore e per la loro grande lealtŕ; fu grazie a loro se il regno Koguryo riuscě a espandersi fino all'unificazione della penisola coreana nel 668, avvenuta senza subire alcuna sconfitta. In seguito il supporto governativo venne meno ed iniziň un periodo di declino; il clima aristo-cratico dell'epoca fece in modo di rendere le arti marziali malviste agli occhi del popolo. La Via della Spada rimase per molto tempo un'Arte occulta, segreta. Era praticata ed imparata sulla montagna di Pecktu da individui che vivevano come eremiti. Uno di questi era Sul Bong, un insegnante storico, che per continuare a tramandare la tradizione costruě un Dojang in cui poter addestrare gli allievi in segretezza; grazie a questi "guardiani", che trasmisero le loro no-zioni di generazione in generazione e si occuparono della conservazione, questa Arte non fu piů in pericolo d'estinzione.


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Intorno al 1960 il Gran Maestro e monaco taoista Jan Beak San prese come allievo l'attuale Presidente della Federazione Mondiale di Haidong Gumdo, Kim Jung-Ho, il quale si impegnň per la diffusione pubblica dell'Arte. La prima palestra di Haidong Gumdo (la cui denominazione č moderna) fu aperta nel 1982, e da allora il movimento ha vissuto una continua espansione e si č esteso a livello internazionale, dal Canada agli Stati Uniti, per arrivare poi in Europa. Al giorno d'oggi, nella sola Corea del Sud ci sono piů di 600 scuole private e circa 2000 corsi tenuti presso strutture scolastiche. Nel 2002 si sono tenuti i campionati del mondo in Corea, cui hanno partecipato 25 Nazioni e piů di 1000 palestre. Nei campionati del mondo del 2006 ha partecipato anche la nazionale italiana. Chiaramente i campionati non sono sportivi, ma solo dimostrativi (valutazioni su forme eseguite singolarmente ed in gruppo, Dancing Sword, tecniche di tagli singoli o simultanei su bambů e fasci di paglia).

Tecnica

La pratica dell'Haidong Gumdo comprende:

Esercizi di allungamento, respirazione e postura;
I I 2 movimenti di base, che preparano alle prime tecniche di taglio e parata, eseguite in tutte le direzioni. Migliorando forza e resistenza;
Le forme, ovvero un insieme di movimenti codificati, di parate e attacchi, che simulano un combattimento e che sviluppano l’armonia del corpo, dei movimenti e stimolano la concentrazione;
I moduli di combattimento: simulazioni di difese e contrattacchi contro uno o più avversari.


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La pratica dei tagli è l'elemento fondamentale nell’apprendimento dell'Haidong Gumdo. Sono requisiti importanti (e perciò sviluppati in allenamento) l'armonia tra velocità e forza, la rapidità visiva e l'assunzione di corrette posture col corpo. Canne di bambù, fasci di paglia intrecciata, piccoli bersagli in movimento (ad esempio delle mele) e fogli di carta (ad esempio dei fogli di giornale) vengono usati come materiale per la pratica dei tagli.
Uno degli aspetti più avvincenti dell'Haidong Gumdo è la possibilità di compiere più tagli simultanei sullo stesso supporto, per i quali è necessario assumere precise posture che permettono di fendere nelle diverse angolature.Queste tecniche, infatti, permettono di acquistare controllo e potenza, ma allo stesso tempo contribuiscono ad accrescere la con-sapevolezza della precarietà dell'esistenza.
Esse mirano in particolar modo ad accrescere il benessere fisico e spirituale sviluppando il coordinamento ed il controllo del nostro corpo.
La spada diviene, gradualmente, un’appendice del corpo ed aiuta a "sentire" il costante scorrere dell'energia interiore e a controllarne il flusso.

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Liam_Jargo
view post Posted on 29/12/2007, 15:46




TORNEO: K1

Il K-1 può a pieno titolo definirsi come diretto concorrente, di opposto versante, dei vari tornei di vale tudo tipo UFC, Pride e quant'altro del genere. Evento nipponico nel quale si danno battaglia tutti i migliori straikers provenienti da varie discipline contundenti: Muay Thai, KickBoxing, Boxe, Savate, Karate, Kung fu, Taekwondo . Gli atleti che possono accedere alla finale, provengono vittoriosi dai vari tornei itineranti che avvengono in tutte le parti del mondo.
La lettera "K" rappresenta tutti gli stili di combattimento quindi il K-1 significa: "Numero Uno delle arti marzialiI".
Nato nel 1993 dalla fertile mente di Kancho Ishii Sensei, inventore dello stile Seidokan Karate, e' attualmente considerato uno dei più prestigiosi tornei interstile contundente ed assoluto di Arti Marziali al mondo.
Ogni anno si organizzano tornei eliminatori a livello mondiale fino ad arrivare ad un numero di 8 combattenti che si affrontano nella finale al Tokyo-Dome in Giappone.
Il K-1 World Grand Prix e' riservato solo ad atleti nella categoria dei pesi massimi,quindi potete immaginare lo spettacolo che vi puo' offrire nel vedere campioni di fama mondiale combattere con grande intensita'.
Recentemente e' nato anche il K-1 Max che si differenzia dal K-1 per la categoria di peso dei partecipanti che e' al di sotto degli 80 Kg.
Il K-1 è molto seguito in Giappone, le reti televisive nazionali lo mandano in onda in prima serata facendo registrare altissimi share di ascolto.

Definizione dal sito ufficiale del K1:

Karate, Kickboxing, Tae kwon do and Kung fu are among the martial arts upon which K-1 is founded. Throughout the year, the world's best fighters face-off in K-1 qualifying events on five continents for the honor of competing in the K-1 World Grand Prix, held in December in Tokyo. Come inside to find out more about the planet's premier fighting sport!

Traduzione:

Karate, Kickboxing il Taekwondo e Muay Thay: sono queste le arti marziali sulle quali è fondato il K-1. Durante tutto l'anno, i migliori combattenti del mondo si confrontano nel K-1. Gli eventi qualificativi avvengono nei cinque continenti. La finale di K-1 Grande Prix, si tiene tutti i capodanno del 31 dicembre a Tokio.




il sito ufficiale

Edited by Liam_Jargo - 30/12/2007, 11:59
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 30/12/2007, 12:39




KARATE

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Il Karate è un arte marziale giapponese nata a Okinawa, ha subito una forte influenza dalle arti marziali cinesi. Esistono milioni di stili di karate ma le scuole di karate a Okinawa sono abitualmente collocate in due grandi correnti: Shorin e Shorei.

Kata

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Esistono moltissimi kata nel karate a seconda dello stile. Il karate shotokan (quello ke è più conosciuto) ne ha 26 ke si dividono in tre gruppi:

Gli Heian:
Heian Shodan , Heian Nidan , Heian Sandan , Heian Yondan , Heian Godan

I Tekki
Tekki Shodan, Tekki Nidan, Tekki Sandan

I Kata superiori
Bassai Dai , Enpi, Kanku Dai, Hangetsu, Jion, Jitte, Gankaku, Kanku Sho, Bassai Sho, Nijushiho, Ji'In, Chinte, Wankan, Sochin, Meikyo, Gojushiho Dai, Gojushiho Sho, Unsu.

come ho già detto esistono moltissimi altri kata nel karate, per ki è interessato consiglio di consultare questa scheda listakata.

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Il Kumite

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Il Kumite è il combattimento del karate. Nel kumite non vi sono tecniche prestabilite, gli atleti possono utilizzare liberamente le loro capacità fisiche e mentali, ma i praticanti devono controllare i loro attacchi, infatti è proibito nel modo più assoluto venire in contatto con il bersaglio, ed i colpi devono venire arrestati appena prima che giungano ai punti vitali dell'avversario. Le principali tecniche di karate sono:

per le braccia
Kizami zuki
Gyaku zuki
Uraken uchi
Oi komi

per le gambe
Mawashi geri
Ura mawashi geri
Ushiro geri
Ushiro mawashi geri
Deashi barai

Goshindo (la tecnica di autodifesa)
le tecniche di autodifesa sono le prese, le proiezioni (O-goshi - Harai-goshi - Tae otoshi - Deashi barai - O soto gari - O uchi gari - Sasae tsurikomi ashi)

Gli Atemi

Tutte le tecniche di karate sono indirizzate in dei punti specifici del corpo umano, questi vengono denominati ATEMI "punti vulnerabili".
Gli atemi del karate

Kobudo

i kobudo sono le armi del karate:

Nunchaku

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Il Nunchaku consiste di due blocchi di legno uniti da cinghie di pelle, trecce di crine di cavallo o catene. Le sue rotazioni disturbano la concentrazione dell'avversario e i suoi pezzi di legno servono a colpire e stordire, mentre le corde servono per trascinare a terra un avversario e per strangolarlo.

Bo

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L'arte del bastone è antica quanto l'arte dell'arco e delle freccie le sue dimensioni e forme variano dalla tipica clava al modello all'ungato dell'asta di lancia.

Tonfa

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Pezzo di legno rettangololare con manico fissato ad un lato presso una delle estremità. Fatto rotare con rapidità fulminea è impiegato per parare o deviare un colpo e poi restituirlo con un ampio movimento.

Sai o Jitte

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JITTE

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SAI

Quest'arma consiste in una verga di acciaio o di ferro con una larga impugnatura e un caratteristico uncino squadrato che spunta nella verga nel punto in cui si incontra con l'elsa.

Kama

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Falce usata dai contadini per lavorare e come efficace arma da combattimento.


Le tecniche

le tecniche dello shotokan sono tantissime si dividono in tre tipi : tecniche d'attacco, le parate e le proiezioni.per effettuare queste tecniche si assume una posizione; le principali sono Kokutsu dachi e fudo dachi, ne esistino molte altre ma nn sono poi così importanti cmq ki è interessato può consultare
le tecniche


 
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Liam_Jargo
view post Posted on 1/1/2008, 15:08




Iaido battodo


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Lo Iaido è la disciplina dell'estrazione della spada giapponese (Katana) L'esigenza dei Samurai di essere sempre pronti all'azione porta alla creazione di tecniche di estrazione e colpo pratiche e veloci. Nel 1300 questa disciplina prende forma sotto il nome di Iai Jitsu. Estrarre e colpire il nemico prima che riesca a portare il suo attacco, rimane la base di questa disciplina.
Nel 1600, col tramonto dell'era medievale giapponese, e la relativa pace che regna in Giappone, lo Iai Jitsu si trasforma in Iaido, disciplina più interna e basata sulla ricerca spirituale del controllo del sè.

Tecnica

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Lo Iaido è la tecnica di estrazione della spada, ma non solo. Fa parte dello Iaido anche la disciplina del portare un colpo secco con la Katana tale da tagliare una canna di Bambù con un colpo solo. Si usano bersagli sintetici nelle competizioni odierne, ma il concetto non cambia. Con lo Iaido insomma si impara ad estrarre la spada, portare uno o più attacchi ad un avversario immaginario, e rinfoderare la spada. Il tutto eseguito con lo sguardo fisso davanti a sè. E' infatti importante la concentrazione e il raccoglimento interiore, tutto concentrato sui movimenti che si stanno facendo. Lo Iaido è una ottima disciplina interna da abbinare al Kendo e all'Aikido. Il metodo principale di apprendimento dello Iaido sono le forme (Kata).
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ViolaInside
view post Posted on 13/1/2008, 19:03




uao ma il karate e normale il WT regna
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 21/3/2008, 16:10




La Capoeira

La Capoeira e' arte, danza, lotta, sport, difesa personale, ginnastica e cultura.
E' accompagnata da canti e strumenti a percussione di origine afrobrasiliana: Berimbau, Pandeiro, Atabaque, Agôgô.

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Il momento espressivo della Capoeira è la "Roda": insegnanti e allievi uniti in cerchio cantano e suonano mentre due di loro, al centro della Roda, guidati dal suono del Berimbau, si sfidano nella "danza guerriera" fatta di acrobazie e movimenti eleganti che all' occorrenza possono diventare colpi "micidiali".
La Capoeira, oltre ad offrire occasioni di socializzazione, essendo praticata in gruppo, e a sviluppare la creatività dei praticanti grazie all'improvvisazione dei movimenti e al lavoro sui canti e gli strumenti musicali, da una buona preparazione fisica: gli esercizi di attacco e di contrattacco, finte, schive e colpi squilibranti, sviluppano agilità, equilibrio e velocità di riflessi. I movimenti acrobatici migliorano la flessibilità del corpo e rafforzano la muscolatura. Non esistono limiti di età per praticare la Capoeira.

Storia

Spinti dallo spirito di conquista i portoghesi durante il medioevo levarono le ancore per le terre d'Africa, in cerca di nuovi commerci, facili e redditizi, anche se disumani. Col passare del tempo, sotto la tutela della Santa Madre Chiesa strapparono, a quei "barbari popoli" le terra e tutto ciò che possedevano avanzando l'idiota giustificazione che li avrebbero convertito alla fede di Cristo.

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Il 3 gennaio 1443, sotto il pontificato di Nicolò V, il re del Portogallo D.AlfonsoV acquisì la proprietà delle terre conquistate in Africa a partire dal capo Bojador, comprese le isole adiacenti, la Guinea e tutta la costa meridionale. Poco tempo dopo fu scoperta l'America. La dominazione del Sud America fu spartita tra Spagna e Portogallo, a quest'ultimo spettò l'area che in seguito andrà a costituire il Brasile, detta al principio Terra di Santa Cruz.
Il Portogallo iniziò a portare in Brasile i primi schiavi africani per farli lavorare nelle piantagioni, ma a questo punto si aprono una serie di domande: quando arrivarono questi schiavi? Da quale regione dell'Africa provenivano? L'unico documento che può aiutare , firmato da D.Juan III., con il quale venne concessa l'autorizzazione all'importazione di schiavi dall'isola di São Tomè, è datato 23 marzo 1559. Le documentazioni sono lacunose anche per quanto riguarda la provenienza. Si parla soltanto di gente della Guinea, senza nessun altro chiarimento. Bisogna tenere presente, però, che i portoghesi chiamavano Guinea una vasta area del continente africano, non interessandosi alla sua divisione geografica ed etnica.
Gli storici ipotizzano che i primi schiavi venissero dall'Angola perché era il centro più importante dell'epoca, seguito dal Benguela che cercava di togliergli l'egemonia economica e politica. Si conta che dal 1550 al 1850 siano stati portati in Brasile per lavorare nelle piantagioni e nelle città più di 3 milioni e mezzo di africani strappati alle loro terre e alle loro famiglie.

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Un interrogativo che ci riguarda: la Capoeira fu importata dall'Africa o inventata in Brasile? Non si può definire una data precisa, ma, quasi certamente, la Capoeira è nata in Brasile come risultato di una miscela di manifestazioni culturali "portate" dagli schiavi africani provenienti da varie regioni.
Nel secolo XIX nella "società brasiliana" avvennero una serie di importanti trasformazioni: nuove ideologie che arrivavano dall'Europa, il fallimento della politica schiavistica, lo sviluppo di centri urbani come Rio de Janeiro, Salvador e Recife e la nascita di partiti politici con idee repubblicane e liberali.

Mentre la classe dirigente era impegnata ad "imbiancare" questo giovane paese ancora privo di identità, cominciarono discussioni, conflitti interni e rivolte. I neri non accettavano più la condizione di schiavitù e gli ex-schiavi erano comunque esclusi dai sistemi lavorativi degli immigrati europei, che arrivavano in Brasile importando le loro tecniche e la loro cultura per far nascere una nuova classe lavoratrice.

Lo spostamento degli schiavi dalle piantagioni verso i grossi centri urbani in sviluppo consentì alla Capoeira di insinuarsi nei quartieri e nei borghi di periferia e a diventare pratica, oltre che degli africani e dei loro discendenti, anche degli immigrati europei.
Essere capoerista, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, era sinonimo di "malandro", vagabondo e fannullone e significava essere perseguitato dalla polizia, così come anticamente lo si era dai signori portoghesi.

All'inizio del secolo XX la Capoeira era diffusa in tutta la società brasiliana, praticata da bianchi e neri, come dimostrano i dati estrapolati da una tesi dello studioso Antonio Liberac Cardoso Simoes Pires: "Nel 1890 a Rio de Janeiro vengono arrestate con l'accusa di praticare la Capoeira 297 persone di cui, oltre al gran numero di disoccupati, si distinguono anche lavoratori di strada ((22.5%), lavoratori domestici ( 11.4 % ) e lavoratori nel commercio (4.0 %). Tra i 297 prigionieri, in base ad una classificazione razziale, si contano principalmente Bianchi ((34% ) , Mulatti ( 27% ), e Neri ( 26.5% )."
E' solo verso la metà del '900 che la Capoeira inizia ad essere considerata una disciplina sportiva. Mentre fino a questo momento veniva tramandata grazie all'osservazione dei capoeristi più anziani e allenamenti informali che si svolgevano di nascosto nelle spiagge o nelle periferie, adesso comincia ad essere praticata in spazi chiusi organizzati come vere Palestre, trasmessa agli allievi con precisi metodi di insegnamento. Pur mantenendo la tradizione ludica e i riti africani, si sviluppa un nuovo stile di gioco, più attento alla lotta e basato su una preparazione fisica adatta ad affrontare le arti marziali che arrivano dall'Oriente e dall'Europa.
A questo nuovo stile, creato da Mestre Bimba ( Manoel dos Reis Machado, 1900-1974 ), viene dato il nome di Luta Regional Baiana, e più tardi diventerà Capoeira Regional.
Molti capoeiristi, che non si riconoscevano in questo nuovo stile considerandolo un tradimento, continuarono a praticare la Capoeira tradizionale dandogli il nome di Capoeira Angola che ha come pricipale esponente Mestre Pastinha ( Vicente Ferreira Pastinha,1889-1981).
Da parte dello Stato inizia un progetto per la valorizzazione della cultura nazionale ed in questo senso il progetto di Mestre Bimba si adeguava perfettamente, facendo della Capoeira Regional uno sport 100 % brasiliano.
La Capoeira è ormi diffusa in tutto il mondo ma i fondamenti cambiano da paese a paese, da regione a regione. La Capoeira, sia essa Regional o Angola, ha sempre la possibilità di adattarsi alle differenti realtà per affrontare la repressione e il sopruso dell'individuo. Ancora oggi la Capoeira continua ad essere una forma di resistenza non violenta. Insegna non solo ad essere brasiliani ma a riconoscere lo spazio dove viviamo e a cercare di modificarlo.
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Liam_Jargo
view post Posted on 25/3/2008, 14:39




KYUDO


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La storia

L'arte del tiro con l'arco venne rivoluzionata nel XV secolo dall’eroe mitico della tormentata storia giapponese, Heki Danjo Masatsugo , grazie alla sua straordinaria abilità e conoscenza. I suoi insegnamenti vennero seguiti e codificati dai guerrieri che li trasmisero per generazioni. In questo modo la scuola Heki si diffuse in tutto il Giappone differenziandosi in vari stili. Uno di questi aveva la sua sede a Kyoto, dove viveva il Maestro Yoshida Issuiken Insai, che, agli inizi del XVII secolo (dopo la battaglia di Sekigahara, ottobre 1600), fu chiamato dallo Shogun Tokugawa perché gli insegnasse la via dell'arco (il kyudo ). Da allora questa scuola, che gli altri tiratori chiamano Heki Ryu Insai Ha (scuola Heki stile Insai), ha potuto fregiarsi del titolo di Heki To-ryu, dove To-ryu sta ad indicare proprio la casata dello shogun.
La tecnica e il sapere di questa scuola, che si sono sviluppate a partire dalle necessità del tiro in battaglia per i guerrieri a piedi (hosha-shajutsu), sono state tramandate intatte fino ai nostri giorni da una catena ininterrotta di maestri. In anni recenti il Maestro Inagaki Genshiro Yoshimichi , come titolare della cattedra di kyudo all'università di Waseda, ha inaugurato una serie di studi tecnici sperimentali per approfondire, spiegare e confermare, anche dal punto di vista scientifico, la profonda qualità dell'insegnamento degli antichi testi della scuola. Alcuni di questi riguardano appunto la tecnica e i suoi dettagli più sottili, altri invece riportano la filosofia e l’etica dell’arte marziale.

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Filosofia

Il Kyudo è considerato un'Arte Marziale e viene praticato anche da persone che mirino al raggiungimento di un particolare stato d'animo, al dominio del corpo, a una disciplina del comportamento che poi pervadano il quotidiano per rifletterne la benefica influenza su tutta la vita. Il progresso nel tiro e nella sua tecnica è frutto del miglioramento ottenuto con l'esercizio in quanto tale, insieme con l'irrobustimento dello spirito ottenuto con la pratica. Il fine del kyudo consiste nel raggiungere la conoscenza dello “spirito dell’arco” (yumi no kokoro), uno stato che spesso viene indicato usando il termine tipicamente zen di satori. Un tiratore potrà raggiungere lo stato di “massimo livello di comprensione dell'essenza delle cose” di mente libera, serena e vuota da futili pensieri, quando sarà in grado di eseguire il giusto NOBIAI.
NOBIAI è una voce di difficile spiegazione per coloro che non hanno una sufficiente pratica: oltre all'estrema tensione dell'arco significa anche massima estensione orizzontale e verticale del corpo, estrema espansione della persona, decisa intensificazione delle tecniche da applicare nel momento, in uno con intensità dello spirito ed assenza d'intenzione crescenti.
Scopo di chi si esercita nel vero Kyudo è raggiungere gradualmente uno stato d'animo limpido, esercitando tenacemente proprio quella giusta tecnica che coltiva il tirare per colpire forte, con piena energia. La comprensione è intesa principalmente come mentale, l’apprendimento come fisicocorporale, insieme costituiscono il “capire per averlo fatto”, per esperienza. Le qualità proprie del Bushido (quale morale eroica del guerriero giapponese) come la determinazione, l’assiduità nello sforzo, l’intelligenza (l’intuizione), la rettitudine, la serenità, l’equilibrio, la sincerità e la generosità nell’azione possono essere coltivate solo con il perfezionamento della tecnica, seguendo con fedeltà le regole della tradizione. Il detto “kan chu kyu”, colpire con potenza il centro sempre, riassume nel modo più sintetico possibile lo spirito della scuola.

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Il Maestro Inagaki sosteneva a tale proposito che “visione serena dei doveri” nel suo insegnamento significa accogliere l'esercizio dei propri doveri come occasione di miglioramento, naturalmente non solo nella giusta pratica del Kyudo, ma anche nel quotidiano.
“Affinare spirito e volontà” è dovuto in ogni occasione per contribuire allo spessore e alla maturità della persona. La pratica di tiro è soltanto una parte dell'allenamento complessivo dell'individuo: disciplina, sacrificio e generosità non si esercitano solo tirando quando la mano duole, quando gela o andando a recuperare le frecce proprie e altrui. In breve, le regole del kyudo e la disciplina del Dojo hanno ragione d'essere per esemplificare ed influenzare il quotidiano.
La tecnica di tiro comprende forme e azioni proprie; essa può assumere taluni lineamenti delle tecniche Zen, ma il Kyudo non è solo questo perché soltanto l'unione dei tre elementi, forma, azione e spirito fusi insieme, può considerarsi vera e completa Arte nella sua forma migliore. Innanzi al bersaglio il kyudoka fa i suoi passi e si dispone in posizione di tiro senza che la mente se ne occupi, i suoi gesti incoccano la freccia poi eseguono TORIKAKE: si sviluppa la massima energia possibile del corpo e della mente, l'arco viene teso fino allo stremo, infine la freccia è scoccata. Ecco che hanno agito assieme, con la massima intensità, l'energia di tutto il corpo e lo spirito, dal profondo del cuore.

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Diffusione in Italia ed organizzazione

In Italia esiste un’Associazione per il tiro con l’arco tradizionale giapponese (A.I.K.) che a sua volta é affiliata alla federazione europea (E.K.F.) e alla federazione giapponese (ZNKR). All’interno dell’A.I.K. vi sono gruppi facenti capo ai due stili principali:

la scuola Heki Toryu (la scuola Heki scelta dalla famiglia dello Shogun), chiamata dalle altre scuole Heki Ryu Insai Ha (scuola Heki di stile Insai);
lo stile SHOMEN.
La Heki To-ryu, la più diffusa in Italia, può vantare una discendenza diretta da maestro a maestro per 19 generazioni ed ha mantenuto sostanzialmente inalterati i fondamenti della tecnica. Lo stile Shomen è frutto di una sintesi, operata nel 1900 in Giappone, atta a codificare e uniformare in un unico nuovo stile le altre scuole conosciute. Il carattere è più cerimoniale e non ha come fine “colpire” il bersaglio, mentre lo stile della scuola Heki, di tradizione militare, considera il fatto di centrare il bersaglio come determinante, in quanto originalmente questo significava “vita o morte”. La scuola Heki prevede gare e tornei, come in una disciplina sportiva, anche se il fine della competizione non è propriamente l’agonismo, bensì una strategia per l’apprendimento e la crescita dell’arciere

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FONTE
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 26/4/2008, 12:30




BOXE o PUGILATO

Storia

Il pugilato per definizione è uno degli sport più antichi del mondo. In alcune scritture storiche risalenti addirittura a oltre duemila anni fa si rileva che la boxe faceva già parte dei programmi olimpici di quell'epoca. Certo i criteri per l'assegnazione di una vittoria erano molto regrediti, basti solo pensare che non esistevano categorie di peso, quindi i combattimenti erano riservati a taglie alquanto elevate e soprattutto i risultati si rivelavano spesso tragici visti i molti casi di decessi e lesioni gravi (non venivano neanche usati guanti, si combatteva a mani nude con lacci di cuoio ricoperti di piombo) Per giungere a una visione più moderna di quest'arte dobbiamo arrivare a tre secoli fà, di li in poi nei regolamenti furono apportate notevolissime modifiche a partire dall'introduzione del ring (spazio riservato al combattimento delimitato da corde), suddivisione in categorie (Leggeri, medi, massimi), definizione di riprese o round (3 minuti di confronto e 1 minuto di riposo), la presenza di due secondi (cioè coloro che assistono il pugile) e obbighi come quello di allontanarsi dall'avversario in caso questo vada a terra non infierendo ulteriormente come avveniva precedentemente. Nel 1900 infine vennero suddivise ancor più dettagliatamente le categorie (piuma, gallo, mosca) e fissato il numero delle riprese a seconda dell'importanza internazionale o meno di un incontro.

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Regole (professionisti)

Un pugile si definisce professionista il momento in cui svolge incontri pubblici a scopo di lucro. Si suddividono come segue:

Pugili 1^ serie disputano incontri di massimo 12 riprese da 3 min

Pugili 2^ serie disputano incontri di massimo 10 riprese di 3 min

Pugili 3^ serie disputano incontri di massimo 8 riprese di 3 min

Un combattimento avviene tra due boxeur in base alle categorie d'appartenenza stabilite su regolamento in limiti di peso:

Mosca fino a 50,802 kg
Super Mosca fino a 52,163 Kg
Gallo fino a 53,525 Kg
Super Gallo fino a 55,338 Kg
Piuma fino a 57,152 Kg
Super Piuma fino a 58,967 Kg
Leggeri fino a 61,237 Kg
Super Leggeri fino a 63,503 Kg
Welter fino a 66,678 Kg
Super Welter fino a 69,853 Kg
Medi fino a 72,574 Kg
Super Medi fino a 76,204 Kg
Medio Massimi fino a 79,378 Kg
Massimi Leggeri fino a 90,700 Kg
Massimi oltre 90,700 Kg


L'esito di un incontro di pugilato professionistico è deciso in base ai modi che seguono...

Vittoria ai punti (VP)
Pareggio (N)
Vittoria per getto della spugna (V.G.S.)
Vittoria per fuori combattimento (V.KO)
Vittoria per fuori combattimento tecnico (V.KOT)
Vittoria per fuori combattimento tecnico per ferita o intervento medico (V.KOTC)
Vittoria per abbandono (V.ABB)
Vittoria per squalifica (V.SQ)
No decision (ND)

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Curiosità

i 13 pugili ke nn hanno mai perso

1. Rocky Marciano 49-0

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2. Ricardo Lopez 47-0-1
3. Brian Nilsen 46-0
4. Johnny Tapia 45-0-2
5. Dario Azuaga 43-0-1
6. Darius Michaelczewski 39-0
7. Felix Trinidad 33-0
8. Jack McAuliffe 33-0-9
9. Roberto Garcia 31-0
10. Nassem Hamed 31-0
11. Erik Morales 31-0
12. Shane Mosley 31-0
13.Oscar de La Hoya 30-0

Chi ha messo piu' volte Ko l'avversario nella prima ripresa:
1.Young Otto (42)
2. Tiger Jack Fox (30)
3. Jack Dempsey (26)
4. Sean O'Grady (24)
5. Buddy Baer (23)
6. Mike Tyson (21)

I piu' giuvani Pugili a debuttare come professionisti:
1. Baby Arizmendi a 10 anni
2. Teddy Baldock a 14 anni
3. Al McCoy a 14 anni
4. Battling Nelson a 14 anni
5. Georges Carpentier a 14 anni




 
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Liam_Jargo
view post Posted on 27/4/2008, 12:28




CHUN KUK DO

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Chuck Norris, il fondatore del Chun Kuk Do, era un praticante delle Arti Marziali Tang Soo Do & Tae Kwon Do prima di sviluppare un suo proprio stile alla fine degli anni 80. Mr. Norris è talmente rispettato nel mondo delle Arti Marziali che è stato insignito del titolo di Grand Master 8th grado in Tae Kwon Do (un merito che pochi altri atleti occidentali hanno ottenuto nella storia delle arti marziali). Lui appartiene a quel gruppo speciale di persone che diventano òeggenda qualunque sia il metodo che loro praticano.

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Chun Kuk Do è diventato uno dei migliori stili che siano mai nati dal desiderio di costruire un sistema più completo di Arti Marziali. Mr. Norris ha preso le sua basi inTang Soo Do e ha aggiunto elementi di altri stili, incluso il Jujitsu. Il risultato? Un'arte che si applica alle situazioni di autodifesa ma non esclude nessun altra forma di esercizio di Arti Marziali. Ma il Chun Kuk Do è molto di più che uno stile di combattimento . E' uno stile di vita.
Il suo fondatore ha stabilito 12 punti che lui stesso pratica nella sua vita. Questi sono diventati un Codice di etica seguito in tutte le scuole di Chun Kuk Do.
Chun Kuk Do è una "dura" arte sommata ad un'altra più spirituale. Incorpora sia tecniche di attacco - con pugni e calci - che di presa .

 
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Liam_Jargo
view post Posted on 3/5/2008, 13:02




KRAV MAGA


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Nato in in Israele come tecnica di combattimento utilizzata dalle forze di difesa del Paese, il Krav Maga fino al 1963 era coperto dal più assoluto segreto, ma da allora vista la sua efficacia, è stato adottato dalle polizie e dai servizi di sicurezza di mezzo mondo. Oggi, la versione adattata alle necessità dei civili pur mantenendone le caratteristiche prettamente militari, è insegnata un po' ovunque.
Il Krav Maga non si può definire esattamente un'arte marziale, in quanto non ha forme o regole predeterminate. Alla base del Krav Maga c'è la consapevolezza che quando si combatte per la propria vita tutte le regole sono buone...
La storia del Krav Maga è indissolubilmente legata a quella dell'uomo che non solo la inventò, ma continuò per tutta la sua a svilupparla e a migliorarne l'efficacia: Imi Lichtensfield.

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Il suo insegnamento era ed è questo: non andate a cercarvi le situazioni pericolose e reagite solo se ne siete assolutamente costretti. In quel caso non tiratevi indietro, e fate del vostro meglio, per salvare la vostra vita e quella di chi è con voi. Letteralmente Krav Maga significa "Combattimento a Contatto" e il suo simbolo è rappresentato dalle due lettere ebraiche che corrispondono alle iniziali delle due parole, circondate da un cerchio aperto. Questo per fissare chiaramente che il Krav Maga non è una tecnica 'statica', ma in continua evoluzione, e che nuove tecniche possono entrare e che ogni modifica ed ogni miglioramento sarà bene accetto. Infatti il Krav Maga accoglie e unisce molte mosse prese dalle più disparate arti marziali, la boxe, il ju-jtsu o il Muhai Thai , il tutto in un contesto dinamico, vivace, moderno. La modernità è uno dei suoi punti di forza: il Krav Maga è in continua evoluzione, gli istruttori sperimentano e migliorano costantemente le mosse, ne affinano l'efficacia alla luce delle loro esperienze.

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Altra straordinaria peculiarità del Krav Maga è quella di essere accessibile a tutti - uomini, donne, vecchi e giovani - e sin dalle primissime lezioni dà la possibilità a chi la studia di essere in grado di difendere se' stesso e gli altri - o per lo meno di mettersi in salvo - in caso di un'aggressione improvvisa.
Per questo durante le lezioni del Krav Maga la parte del 'riscaldamento' è molto limitata: infatti il bisogno primario è quello di essere immediatamente efficenti, di rispondere istintivamente all'aggressione, con una serie di movimenti precisi, efficaci e capaci di mettere l'aggredito in condizione di difendersi e di scappare.
Ed è sempre per questo motivo che non esitono tornei o gare di Krav Maga: il presupposto fondamentale è che ci si allena per un motivo reale, per contrastare un'aggressione vera e quindi tutte le mosse sono studiate per riprodurre le condizioni reali che una persona potrebbe incontrare in caso di necessità.

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Nel Krav Maga nulla è lasciato al caso, proprio perchè nella vita reale difficilmente è il caso che può salvare la vita.
Non esistono tecniche fisse per situazioni predeterminate: il Krav Maga insegna a valutare istantaneamente la situazione e a scegliere la miglior risposta a qualsiasi tipo di attacco, che proprio per la sua natura non puo' essere predeterminato. E soprattutto insegna a non indietreggiare mai, ad attaccare anche quando di solito si sarebbe portati a ritirarsi.
Anche l'aspetto psicologico è accuratamente studiato e sollecitato: il suo metodo di allenamento infatti permette di raggiungere una disciplina mentale particolare, che parmette di aumentare la propria consapevolezza, rafforza lo spirito e permette di avere una determinazione che sarà fondamentale in caso di difesa da un aggressione. Difesa. Ecco il punto fondamentale.
Il Krav Maga è nato come strumento di difesa e come tale è insegnato in tutte le palestre del mondo. Per la struttura mentale che dà e per la sua stessa natura non potrà mai essere strumento di aggressione, ma un valido e potente mezzo che permetterà anche alle persone 'deboli' per definizione di mettersi in salvo in ogni situazione. L'augurio che si può fare, una volta apprese le tecniche del Krav Maga è che non si debbano mai usare.









 
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Liam_Jargo
view post Posted on 6/7/2008, 13:49




TAI CHI - TAIJIQUAN

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Il taijiquan (pinyin: tàijíquán; Wade-Giles: T'ai Chi Ch'üan; o Tai Chi), stile interno delle arti marziali cinesi nato come tecnica di combattimento, è oggi conosciuto in occidente soprattutto come ginnastica e come tecnica di medicina preventiva.

Origine storica

In Cina l'uso dell'esercizio fisico può essere fatto risalire già al 1000 a.c.
Il Neijing, antico testo fondamento della medicina tradizionale cinese, prescrive esercizi di respirazione, massaggi della pelle e della carne, esercizi delle mani e dei piedi per gli abitanti del centro, regione pianeggiante e umida, che soffrono di paralisi delle giunture, raffreddamenti e febbri.
Nel periodo dei regni combattenti (403-221 a.c.) i taoisti introdussero esercizi fisici e mentali ed esercizi di respirazione come tecniche efficaci per la prevenzione e cura di alcune malattie ed il mantenimento della salute, generalmente conosciute come Qi gong.
Già verso la fine della dinastia Han, Hua Tuo (141-203 d.c.), noto medico e scienziato, sosteneva l'efficacia dell'esercizio per aumentare le difese immunologiche e aveva elaborato un sistema di cura attraverso movimenti noto come il gioco dei cinque animali.
Da allora le ginnastiche energetiche vennero studiate e approfondite negli ambienti buddisti e taoisti con lo scopo di mantenere l'organismo efficiente, preservarsi dalle malattie e dalla vecchiaia, conservarsi in buona salute e favorire la longevità.

Da queste ginnastiche e dagli antichi stili di Kung-fu si evolvette il Taijiquan che inoltre eredita molti contenuti dalla teoria del taiji e dei cinque elementi. Sono presenti infatti i cinque principi dei cinque elementi: la fluidità dell'acqua essenza di ogni movimento; il principio e la forza del movimento sono come il legno: dall'interno verso l'esterno (spesso si usa l'esempio di una radice che crescendo è capace di rompere anche un muro); il fuoco presente nell'attimo in cui un colpo va a segno; la terra presente nella posizione salda e stabile; il metallo (es: il mercurio) è nel peso, del corpo, che si lascia scendere verso la terra e più rende la pratica efficace. Esistono due teorie accreditate sulla nascita di questo stile: la prima ne situa la nascita durante la dinastia Yuan (1279-1368) ad opera del monaco Zhang San Feng, la seconda la fa coincidere con l'origine dello stile Chen, ad opera di Chen Wang Ting, durante la dinastia dei Ming (1368-1644).

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Principi fondamentali

Lo studio del tai-ji quan non è solamente uno studio legato al movimento fisico ma una profonda filosofia di vita che affonda i suoi contenuti in antichissime filosofie e teorie come il Bagua l'Yi_Jing e più in generale il Taoismo. Il principio fondamentale è il Wu wei traducibile in italiano in tanti modi, ma nessuno pienamente soddisfacente: non agire, niente fare, lasciar andare... Dove però il non-agire è un'"azione" compiuta con coscienza: spesso è più difficile non fare e lasciare che le cose seguano il loro corso naturale invece di cercare di cambiarle... ed oltretutto potrebbe rivelarsi molto più efficace. Ci sono inoltre quattro parole, concetti (ideogrammi) che rappresentano il tai-ji quan, i suoi contenuti filosofici, ed i benefici che con la pratica si possono ottenere e sono: Movimento(Attività), Quiete(Calma, Quiescenza), Gioiosità(Felicità, Serenità), Longevità. Nel tai-ji quan ritroviamo inoltre i concetti principali del taoismo, ogni movimento esprime l'alternanza dello Yin e dello Yang di vuoto e pieno: l'uomo e l'universo entrano in unione.

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Stili di taiji

Ci sono 5 differenti Stili di taiji riconosciuti dal Governo Cinese, un sesto ancora non è riconosciuto. I 5 stili sono collegati l'uno all'altro ed anche se i loro movimenti esterni sono un po' differenti le energie interne sono le stesse.

Stile Chen
sono movimenti rapidi e lenti combinati insieme con alcuni salti e passi pesanti. Forma antica e pugno lungo creati dalla 17ª generazione. È stato creato da Chen Wangting. Si divide in due rami: Grande Struttura (Dajia) e Piccola Struttura (Xiaojia). Oggi i rappresentanti della Grande Struttura sono Chen Zhenglei, Chen Xiao Wang, Wang Xian e Zhu Tian Cai (noti anche come i 4 guerrieri custodi di Budda). I rappresentanti della Piccola Struttura sono Chen Liqing, Chen Peishan e Chen Peiju.

Stile Yang
Yang Luchan ha imparato la forma antica da Chen Changxin, 14ª generazione della Famiglia Chen. I movimenti Yang sono lenti, omogenei, gentili, grandi e ampi. La discendenza dell'attuale famiglia Yang è: Yang Luchan - 1ª generazione, forma antica; Yang Jianhou - 2ª generazione, forma media; Yang Chengfu - 3ª generazione, grande forma. Ha diffuso il taiji nel mondo; Yang Zhenduo - 4ª generazione; Yang Jun - 6ª generazione. È stato creato da Yang Luchan. Il rappresentante attuale è Yang Zhenduo, 4ª generazione della famiglia Yang.

Stile Wu/Hao
il 1° stile Wu deriva dagli stili Yang e Chen ed è lento, omogeneo, piccolo e la posizione è alta. Wu Yuxiang (Hao) ha studiato con Yang Banhou, 2ª generazione Yang, e poi con Chen Qingping, 14ª generazione Chen. La forma Wu/Hao è più piccola. È stato creato da Wu Yuxiang. Attualmente il rappresentate è Qiao Song Mao.

Stile Wu
il 2° stile Wu viene da Wu Quanyu che ha studiato con Yang Banhou. Viene praticato con piedi paralleli, più stretti e corpo inclinato. È stato creato da Wu Jianquan (figlio di Wu Quanyu). I suoi rappresentanti sono Li Bing Ci e Wang Pei Sheng.

Stile Sun
Il creatore, Sun Lutang, ha imparato da Hao Weijian. I movimenti combinano 3 stili di arti marziali interne insieme, taiji Wu/Hao, Xingyi e Bagua. Oggi è rappresentato da Sun Yong Tian e Sun Jian Yun.

Un sesto stile, ancora non riconosciuto, è lo stile Zhao Bao, creato da Chen Qingping

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la fonte fonte
 
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Liam_Jargo
view post Posted on 28/7/2008, 12:13




Wrestling

Wrestling è un termine inglese traducibile in lingua italiana con il termine lotta. In Italia viene utilizzato come riferimento esclusivo alla lotta di tipo spettacolare, chiamata negli Stati Uniti professional wrestling (o pro wrestling) per distinguerla dall'amateur wrestling, ovvero l'insieme di quelle discipline che si riferiscono alla lotta sportiva, come la lotta greco-romana o la lotta libera. Se nell'amateur wrestling i contendenti sono due sportivi non professionisti che si preoccupano solamente di prevalere l'uno sull'altro, nel pro wrestling i protagonisti sono due o più atleti che cercano di ampliare la sfera della pura competizione offrendo agli spettatori una vasta gamma di azioni spettacolari, spesso oltre il limite del lecito; inoltre il risultato di ogni match è predeterminato. In aggiunta quindi alle ovvie connotazioni sportivo-agonistiche, il pro wrestling ha dunque come obiettivo predominante quello di intrattenere il pubblico.

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Questa disciplina, nota anche come Catch, si è sviluppata in Inghilterra ed oggi è popolare non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri stati come Giappone (dove prende il nome di Puroresu), Messico (Lucha Libre) e Canada. Da qualche anno anche in Italia si è tornati a trasmettere wrestling con regolarità in televisione e la scena delle federazioni italiane è in continuo fermento.

Le origini del wrestling

Le origini del wrestling risalgono alle fiere itineranti, durante le quali spesso era presente un esibizione di wrestling. Tuttavia la disciplina all'epoca era molto diversa, il combattimento non era predeterminato e risultava quindi molto meno spettacolare. Gli atleti coinvolti utilizzavano tecniche provenienti da diversi stili di lotta e di arti marziali. Durante i primi anni del XX secolo, il wrestling ebbe la sua prima evoluzione, e nacquero le prime leghe con una struttura simile a quelle attualmente utilizzate nel pugilato. Tuttavia, questo tipo di competizione scomparve con l'avvento dellla televisione, a causa dell'eccessiva lunghezza e della mancanza di pathos. Ben presto si scoprì che organizzando match predeterminati, la competizione diveniva molto più entusiasmante ed economicamente remunerativa. Ben presto i match predeterminati sostituirono completamente quelli regolari, ma per oltre un secolo gli organizzatori degli spettacoli ed i wrestler mantennero la kayfabe, ovvero negarono di svolgere match già
decisi "a tavolino".

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Le prime crepe nella kayfabe iniziarono ad apparire quando, nella metà degli anni ottanta, Vince McMahon iniziò a riferirsi alla sua World Wrestling Federation come promotrice di "sports-entertainment" (sport-spettacolo). In questo modo riuscì ad evadere le giurisdizioni delle commisioni atletiche di molti stati e ad avere minori costi per assicurare i suoi eventi in pay-per-view. Con il passare del tempo la kayfabe si indebolì sempre di più nella WWF e, conseguentemente, nell'intero mondo del wrestling, fino al definitivo crollo nel 1997, quando in un discorso trasmesso durante Monday Night RAW McMahon promise di "smettere di insultare l'intelligenza dei fans" mantenendo la kayfabe. A testimonianza del percorso intrapreso dalla WWF, nel 2002, in seguito ad una causa intentata da parte del World Wildlife Fund, la WWF diventa WWE, ovvero World Wrestling Entertainment.

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Realtà o finzione?

Al giorno d'oggi il wrestling è "simulato", nel senso che l'esito dei match è predeterminato e l'effetto delle mosse è volutamente esagerato da chi le subisce (si parla in questi casi di vendere una mossa). Tuttavia è necessario notare che benché i match di wrestling siano non competitivi, le proiezioni utilizzate sono molto dolorose e possono essere decisamente rischiose se non eseguite correttamente. I colpi inferti possono essere solamente simulati o molto più spesso sono dati in modo da procurare il minor danno reale possibile. Alcuni wrestler inoltre adottano una tecnica di lotta stiff, ovvero particolarmente aggressiva: i colpi vengono inferti in modo forte e violento, per meglio dare al pubblico una sensazione di realismo scenico; esempi classici di lottatori stiff sono Terry Funk, Dynamite Kid, New Jack ed Hardcore Holly, più diversi lottatori provenienti dal mondo dello shoot fighting e delle mixed martial arts.

Solitamente, all'interno di un match, solo l'esito finale e alcuni momenti particolarmente spettacolari detti spot vengono programmati dai wrestler durante gli allenamenti; le rimanenti parti del match vengono improvvisate e i wrestler coinvolti, tramite gesti o parole, informano l'avversario delle loro prossime mosse. Anche l'arbitro collabora nel segnalare il momento in cui eseguire gli spot o in situazioni inaspettate e/o di pericolo. In alcune occasioni, e in particolare nei pay-per-view, viene sfruttato l'effetto scenico e di pathos legato al sanguinamento, che è spesso reale e viene solitamente ottenuto tramite piccole ferite inferte sulla fronte: il viso è infatti molto irrorato da vasi sanguigni e tende a sanguinare copiosamente.

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Categorie di wrestler

I wrestler possono essere indifferentemente di sesso maschile o femminile e possono formare dei tag team, squadre formate da due wrestler, o delle stable, squadre formate da tre o più wrestler. È possibile fornire differenti categorizzazione dei wrestler tenendo conto di diversi aspetti.

Una prima classificazione è data dalle categorie di peso; si hanno due tipologie fondamentali di wrestler:

* I Cruiser (abbreviazione di Cruiserweight), detti anche Junior-Heavyweight, Light-Heavyweight o Lightweight: hanno un peso

inferiore alle 220 libbre, e generalmente utilizzano manovre che richiedono molta agilità.
* Gli Heavyweight: hanno un peso generalmente superiore alle 220 libbre e solitamente utilizzano colpi che si basano sulla forza fisica.

Solitamente un cruiser ed un heavyweight non si sfidano in un match. Tale classificazione varia tuttavia di federazione in federazione, giacchè ogni realtà decide le proprie classi di peso ed eventualmente ne crea altre.

Un secondo metodo di classificazione dei wrestler è quello che segue il loro allineamento; generalmente, a seconda della gimmick che interpreta%­
 
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60 replies since 10/6/2007, 09:16   7904 views
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